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Fanatici islamici tornano a farsi sentire

Ultimo Aggiornamento: 26/02/2009 17:26
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tratto da "IL MESSAGGERO" di Roma del 26/02/2009

Omicidio-suicidio nel Milanese, l'avvocato
della madre: minacce già in passato

  
MILANO (26 febbraio) - C'è un passato di minacce e denunce dietro la tragica storia che ha visto un padre egiziano uccidere il figlio di nove anni e poi togliersi la vita. A raccontarlo è l'avvocato di Antonella P, madre del bimbo: «L'uomo aveva già manifestato intenzioni minacciose, dicendo anche di volerselo portare in Egitto».

Minacce e denunce. La donna, ha aggiunto l'avvocato Rosalba Cilia, «aveva presentato decine di denunce per le minacce manifeste che Mohamed Barakat le faceva e riguardanti il bambino». Tra i due non c'era mai stato un matrimonio, ma solo una convivenza interrotta dall'uomo un mese prima della nascita del bambino. L'avvocato ha ricordato inoltre i precedenti penali dell'egiziano: condannato negli anni '80 a 2 anni e 6 mesi di reclusione per alcuni furti e denunciato nell'83 per detenzione di stupefacenti e segnalato più volte in questura con diversi nomi.

C'era parere favorevole per decadenza patria potestà. E proprio ieri
mentre si consumava il dramma nel consultorio di San Donato, la donna era a colloquio con il suo legale per predisporre la costituzione di parte - ha spiegato Cilia - perchè l'egiziano aveva presentato un ricorso contro i colloqui protetti con il bambino che gli erano stati imposti dal Tribunale». Il legale ha spiegato che il pm della Procura dei minori aveva dato nel 2006 un parere favorevole per la decadenza della patria potestà dell'egiziano, ma poi, per diminuire la conflittualità tra i due, alla donna era stato consigliato di non andare avanti nella causa.

Secondo l'avvocato Cilia, inoltre, «l'uomo non faceva assolutamente l'operatore turistico, aveva dichiarato più volte di fare diversi mestieri, ma in realtà andava e veniva spesso dall'Egitto senza fare nulla e faceva uso di alcool». La mamma del piccolo, ha concluso Cilia, «ora vuole che venga fatta giustizia». 

Servizio minori chiuso. Un cartello sulla porta dell'ingresso principale del centro di via Sergnano avvisa il pubblico che il Servizio minori è chiuso fino a lunedì. Per terra, accanto ad alcuni vasi di piante, sono rimasti due lumini accesi ieri sera dopo l'omicidio-suicidio. «L'azienda non ha fatto nessuna comunicazione - ha detto un'assistente sociale - ieri quando sono cominciate le urla e il trambusto che ne è seguito, ci hanno mandato a casa di fretta e stamattina ci hanno soltanto detto di tornare al lavoro».
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TGCOM CRONACA del 25/02/2009

Treviso, sgozzate madre e figlia

Indagato e ricercato un marocchino

Una donna italiana di 36 anni e la sua bambina di due anni sono state trovate sgozzate nella loro casa a Castagnole di Paese (Treviso). La vittima, Elisabetta Leder, lavorava come infermiera alla casa di riposo "Menegazzi" di Treviso. Gli investigatori stanno cercando un cittadino marocchino, compagno della donna e padre della bimba. L'uomo era in Italia con un regolare permesso di soggiorno. L'extracomunitario è accusato del duplice omicidio.

Solo in giornata gli inquirenti hanno fatto di sapere che l'unico indagato con l'accusa di duplice omicidio è il giovane marocchino compagno di Elisabetta Leder e padre di Arianna. L'uomo si chiama Fahd Boichou, ha 26 anni, ed è irreperibile. Alcuni vicini di casa hanno detto di averlo visto entrare nel palazzo prima del ritrovamento dei cadaveri. Il permesso di soggiorno gli era stato rilasciato dopo aver riconosciuto la figlia. Il marocchino non ha precedenti penali di alcun tipo. L'uomo vive prevalentemente in Francia, dove ha alcuni parenti.

L'infermiera, secondo una prima ricostruzione degli investigatori, era attesa per cena a casa della madre. Quest'ultima, non vedendola arrivare all'orario stabilito, ha mandato il figlio a cercare Elisabetta nella sua abitazione. Il giovane, giunto davanti alla palazzina, ha notato le luci dell'appartamento e la televisione accese e ha pensato che la sorella fosse uscita per delle compere. Ha atteso per un po' il ritorno di Elisabetta, ma non vedendola tornare, dopo essersi consultato telefonicamente con la madre, ha chiamato i carabinieri.

I militari sono entrati nell'appartamento dopo aver sfondato la porta d'ingresso, trovandosi di fronte a una mattanza: la donna e la piccola, erano state uccise con diverse coltellate alla gola.

Sacerdote: "Forse movente il battesimo della figlia"
ll battesimo della piccola Arianna potrebbe costituire, secondo il parroco Gino Busato, un movente per il duplice omicidio. Il religioso, sul sito del "Gazzettino, racconta di aver battezzato qualche mese fa la bambina, ma che alla cerimonia cattolica, in chiesa, "non ha partecipato il padre della piccola", come nemmeno altri membri della famiglia dell'immigrato. Il parroco di Castagnole si chiede ora se il battesimo sia stato fatto all'insaputa del padre, di religione musulmana. "Io - afferma il prete - ho battezzato la bambina in chiesa, e il papà non c'era, era in Marocco. Mi domando: lui voleva o forse non voleva il battesimo? I genitori erano d'accordo o non lo erano?".





Delitto Treviso, fermato marocchino

Rintracciato dalla polizia in Slovenia

E' stato fermato il marocchino ricercato per l'assassinio della compagna e della figlia di due anni a Castagnole di Paese, nel Trevigiano. Fahd Bouichoud è stato individuato in territorio sloveno ed interrogato dagli inquirenti avrebbe fatto le prime ammissioni. Accusato di duplice omicidio, l'uomo è nelle mani della polizia locale. E sono subito partite le procedure per l'estradizione in Italia dell'uomo.

La notizia del fermo del marocchino è stata confermata dalla Questura di Trieste. L'uomo è stato bloccato nella zona di Cosina, nei pressi del confine italo-sloveno di Pesek, sull'altopiano carsico, a pochi chilometri da Trieste.

Le prime ammissioni
Fahd Bouichou ha cominciato ad ammettere agli investigatori alcune responsabilità. Lo hanno riferito alcuni investigatori uscendo dal commissariato di Cosina (Slovenia) dove l'uomo è stato ascoltato dalla polizia slovena L'interrogatorio formale di Bouichou si svolgerà in serata a Capodistria (Slovenia) dove l'uomo sarà trasferito per essere interrogato dal giudice del Tribunale della città slovena.

"Unico responsabile del duplice delitto"
Il questore di Treviso Carmine Damiano si è detto convinto che a carico del marocchino vi sia ormai un quadro indiziario molto grave che lo fa ritenere "l'unico responsabile del duplice delitto". Per giungere alla cattura dell'uomo la questura di Treviso, che ha coordinato tutte le indagini, aveva messo sotto intercettazione già dalla notte del fatto una quarantina di utenze telefoniche. Numeri di telefono di parenti di Bouichou tra la Francia, l'Olanda e il Marocco. Proprio una telefonata dell'indagato fatta mercoledì sera da una cabina della stazione ferroviaria di Trieste alla sorella in Marocco ha consentito alla polizia di individuare la zona in cui si trovava l'uomo e di conoscere in anticipo la sua volontà di rifugiarsi oltre confine. Il questore ha inviato immediatamente a Trieste agenti della Questura di Treviso che insieme ad altre forze di polizia hanno stretto il cerchio interno alla zona del confine. Il marocchino è stato fermato appena al di là del confine al passo Fernetti. Precedentemente gli investigatori trevigiani avevano già individuato l'automobile con cui Bouichou era fuggito, la Skoda di Elisabetta Leder, abbandonata a Jesolo (Venezia). Il marocchino, si è appreso sempre dal questore, aveva con sé due cellulari, uno dei quali appartenente alla vittima, che però aveva spento subito dopo essere fuggito dal trevigiano proprio per evitare di essere intercettato dalle forze dell'ordine. 

Familiari delle vittime: "Meno male l'hanno preso"
I  familiari di Elisabetta Leder e di sua figlia Arianna, sgozzate martedì notte a Castagnole di Paese, hanno accolto con soddisfazione ma nella più profonda disperazione la notizia del fermo del padre della piccola indiziato del duplice omicidio. Antonio Leder, il papà di Elisabetta, si limita a dire "meno male, sono contento" e poi scoppia a piangere straziato dal dolore. Singhiozzi anche da parte degli altri parenti 'blindati' nella casa di via Nazioni Unite e circondati da amici che proteggono la famiglia dall'assalto dei media.

Verso l'estradizione
Hanno preso il via le procedure  per l'estradizione in Italia di Fahd Bouichou. Lo ha riferito il capo della squadra mobile di Treviso Riccardo Tumminnia. "Sono già state avviate le procedure tecniche per portarlo in Italia  - ha sottolineato il dirigente, senza tuttavia indicare i tempi che saranno necessari - Da noi era scattato un provvedimento di cattura che ha solo efficacia nazionale, ora è in corso la redazione di un mandato di arresto europeo che permetterà di portare il cittadino marocchino davanti alle autorità giudiziarie trevigiane"

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PERCHE' "LORO" COMMETTONO OMICIDI COSI' EFFERATI ?? PERCHE' PROPRIO LE DONNE ED I BAMBINI ?? PROVIAMO A CAPIRE -

"L' ITALIA SARÀ ISLAMIZZATA": COSÌ SI PREPARA LA GUERRA SANTA

LONDRA - Dopo l' annuncio che decine di europei sono stati uccisi dai missili americani lanciati sull' Afghanistan ad agosto, emergono nuove verità sul reclutamento dell' esercito dei fedeli di Allah in Europa e in Italia in particolare. Sono sette i rappresentanti del "Fronte Internazionale islamico" capeggiato dal miliardario saudita Osama bin Laden, incaricati di inviare gli europei convertiti ad Allah nei campi di addestramento militare in Afghanistan, Kashmir, Yemen, Nigeria e Albania. Quattro operano in Gran Bretagna, e tra loro spicca lo sceicco Omar Bakri, leader del movimento Al Mouhajiroun (Gli esuli) e portavoce del "Fronte Internazionale Islamico" per l' Europa. Gli altri tre sono in Francia, Belgio e Italia. "In Italia l' attività di reclutamento degli islamici italiani avviene nella clandestinità perché le forze dell' ordine si oppongono a qualsiasi attività pubblica - chiarisce lo sceicco Bakri - io stesso sono venuto tre volte in Italia per incontrare i miei fratelli e ho constatato di persona le difficoltà che incontrano". Lo sceicco Bakri tiene a precisare che gli italiani convertiti all' Islam "non vengono addestrati alle armi per compiere degli attentati in Italia, non sono dei terroristi, non uccidono donne e bambini mettendo bombe nei luoghi pubblici". Facendo il corso di "addestramento islamico" in madrasa, o "scuole islamiche" come vengono ribattezzati i campi militari, "essi compiono un sacro dovere imposto da Allah a tutti i giovani maschi in buona salute. Il Corano prescrive che il musulmano deve essere capace di usare le armi e deve essere pronto alla Jihad", la Guerra santa. In un secondo tempo se il militante islamico italiano lo decidesse, andrà a combattere in Bosnia, in Albania, nel Kosovo o nel Kashmir "contro eserciti stranieri che occupano una terra musulmana", aggiunge lo sceicco Bakri, "questa è Jihad e non ha nulla a che fare con il terrorismo". "Qui a Londra ho incontrato diversi gruppi di musulmani italiani diretti in Afghanistan e nel Kashmir", precisa, "sono stati incontri fruttuosi e posso dire che esiste una totale solidarietà tra gli islamici in Europa". Dunque, secondo il portavoce del "Fronte Internazionale islamico", l' Italia attualmente non corre rischi per la propria sicurezza interna. Ma solo per ora. Lo sceicco Bakri cita un detto attribuito al profeta Maometto in cui rispondendo a chi gli domandava quale capitale cristiana sarebbe stata convertita all' Islam, Maometto rispose: "Prima Costantinopoli e poi Roma". "Costantinopoli, che oggi si chiama Istanbul, è stata effettivamente islamizzata. Ora toccherà a Roma", sostiene convinto lo sceicco Bakri, "nessun musulmano dubita che l' Italia sarà islamizzata e che la bandiera dell' Islam sventolerà su Roma". La scelta dell' Italia come centro di reclutamento degli islamici si deve alla presenza di una discreta comunità musulmana, circa un milione di persone, formata prevalentemente di giovani provenienti dai ceti meno abbienti dei paesi della sponda meridionale del Mediterraneo. Giovani che non hanno le carte in regola per integrarsi nella società italiana e che quindi sono più sensibili al messaggio dell' Islam. L' Italia offre inoltre un vantaggio apprezzabile per i movimenti islamici: la relativa facilità con cui si entra ed esce dal paese. Una realtà che non è tanto la conseguenza del lassismo dei nostri servizi di sicurezza, quanto il frutto di una deliberata politica: chiudere un occhio sull' attività dei gruppi islamici in cambio della garanzia che non compiranno attentati terroristici sul suolo italiano. Di fatto, in nessuna delle operazioni di polizia effettuate negli ultimi tre anni contro i covi degli islamici radicali, sono mai state trovate armi o dei piani per colpire obiettivi in Italia. Questa realtà conferma la correttezza delle dichiarazioni dello sceicco Bakri. I servizi segreti e la magistratura italiana scoprirono, per la prima volta nel 1995, che il nostro paese era diventato un crocevia dei militanti islamici che si definiscono jihadiyin per la loro fede nella Jihad, la Guerra santa. All' alba del 26 giugno 1995, all' indomani del fallito attentato al presidente egiziano Mubarak ad Addis Abeba, gli agenti della Digos e dell' Ucigos effettuarono una retata nell' Istituto culturale islamico di Viale Jenner a Milano. Grazie alle intercettazioni telefoniche gli inquirenti italiani arrivarono alla conclusione che l' Italia era diventata un centro di reclutamento di "combattenti di Allah", giovani che avevano maturato la decisione di combattere e morire da shahid, da martiri, sui campi di battaglia di Cecenia, Afghanistan e Bosnia. L' "operazione Sfinge" portò all' arresto di una ventina di militanti legati al "Gruppo islamico" e alla "Jihad islamica" egiziani. Ma l' imam, la guida spirituale della moschea milanese, l' egiziano trentanovenne Anwar Shaaban, riuscì a sfuggire all' arresto. Sei mesi dopo, nel gennaio ' 96, Shaaban fu ucciso insieme ad altri due mujahidin in Bosnia in un agguato tesogli dalle forze di sicurezza croate. E sempre nel 1995 Ferdinando Pomarici, il magistrato titolare dell' inchiesta, spiegò la difficoltà giuridica di perseguire per terrorismo i militanti islamici: "Ci siamo trovati di fronte a una situazione inedita, quella di una associazione eversiva che le sue finalità non le persegue in Italia ma all' estero. Non potevamo quindi contestare un reato eversivo, come la banda armata o l' insurrezione". E anche in una telefonata intercettata tra l' imam Shaaban e lo sceicco cieco Omar Abdel Rahman, leader spirituale del "Gruppo islamico" e della "Jihad islamica" egiziani, si chiariva che "noi non facciamo terrorismo in Italia ma nella madrepatria". Lo sceicco Abdel Rahman, attualmente imprigionato negli Stati Uniti, aderisce al "Fronte Internazionale islamico" di bin Laden. Si completa così la trama dell' offensiva islamica in cui l' Italia è coinvolta in modo diretto e massiccio.

Magdi Allam

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NOTIZIE E STATISTICHE -

Ma non erano solo quattro gatti i fodamentalisti islamici????

Turchia - Assassinati tre lavoratori e il proprietario di Zirve, casa editrice cristiana, perché stampavano l Bibbia.
Trabzon (Turchia) - 5 febbraio 2006 don Andrea Santoro, assassinato mentre prega.
1992/2002
Algeria: sono 150.000 (centocinquantamila !) le vittime civili dei terroristi islamici del GIA.
11/6/1996
Mosca: bomba cecena uccide 4 persone, nei pressi delle metropolitana
8/8/2000
Mosca: bomba cecena uccide 12 persone, nei pressi della metropolitana
5/2/2001
Mosca: bomba cecena ferisce 10 persone, tra cui 2 bambini, nei pressi della metropolitana
11/9/2001
U.S.A.: a New York e al Pentagono kamikaze prendono il controllo di 4 aerei civili e li fanno schiantare 2 sulle Twin Towers, 1 sul Pentagono ed uno, grazie alla reazione dei passeggeri, su un prato. Muoionono complessivamente quasi 4.000 persone
11/4/2002
Tunisia: a Djerba, davanti ad una sinagoga, esplode una bomba. Muoiono in 23
8/5/2002
Pakistan: a Karachi un attentato suicida con un autobus contro un albergo uccide 14 persone
5/8/2002
Pakistan:i terroristi islamici attaccano scuole ed ospedali cristiani vicino ad Islamabad. 11 morti
25/9/2002 Pakistan: terroristi islamici assaltano la sede di un'organizzazione cristiana di beneficenza a Karachi. 7 morti
23/10/2002
Mosca ? 42 terroristi islamici ceceni prendono in ostaggio 700 persone nel teatro Dubrovka. Tre giorni dopo i reparti speciali russi entrano in azione. Muoiono tutti i terroristi e pi?120 ostaggi.
Ottobre 2002
Indonesia: a Bali, due attentati contro locali notturni uccidono 202 persone, in maggioranza turisti occidentali
28/11/2002
Kenia: commando suicida di terroristi islamici si fa esplodere in un albergo a Mombasa. Muoionio 18 turisti israeliani.
12/5/2003
Nove kamikaze a Riad (Arabia S.) in quartieri residenziali: 35 morti
16/5/2003
Marocco: a Casablanca esplodono 13 kamikaze, portandosi dietro 43 innocenti
05/06/2003
Algeria: in vari attentati i terroristi islamici uccidono 22 persone in 24 ore
5/8/2003
Indonesia: autobomba a Giacarta, nei pressi di un albergo. Muoino in 12
7/8/2003
Baghdad: attentato all'ambasciata di Giordania uccide 19 persone
19/8/2003
Baghdad: attentato alla sede dell'ONU. 23 morti
29/8/2003
Iraq: autobomba preparata da musulmani sunniti esplode davanti alla moschea a Najaf. 126 musulmani sciiti muoiono.
27/10/2003
Baghdad: quattro attentati suicidi contro la sede della Croce Rossa Internazionale e quattro stazioni di polizia irachena. Muoiono 40 persone, la maggior parte delle quali irachene.
8/11/2003
Kamikaze a Riad (Araba S.), in un quartiere arabo: 17 morti (di cui 5 bambini)
12/11/2003
Iraq: a Nassiriya attentato suicida contro i soldati italiani. Muoiono 19 italiani e 9 irakeni
15/11/2003
Kamikaze fa strage in una sinagoga ad Instanbul: una decina di morti, varie decine di feriti
20/11/2003
Alcune esplosioni kamikaze ad Instanbul, colpiti il Consolato Britannico ed una banca inglese: 26 morti, centinaia di feriti
05/12/03
Cecenia: donna kamikaze fa strage su treno di pendolari (40 morti)
9/12/03
Mosca: donna kamikaze cecena uccide 6 persone e ne ferisce 12
6/12/03
Mosca: donna kamikaze sul metr������cide 40 persone e ne ferisce un centinaio
4/01/2004
Thailandia ? 18 scuole sono attaccate e bruciate da fondamentalisti islamici; contemporaneamente attaccano una vicina base militare per rubare armi, ed uccidono 4 soldati
5/1/2004
Thailandia ? due bombe esplodono vicino a Pattani, ferendo 2 poliziotti.
1/2/2004
Irbil (Iraq): duplice attentato suicida in due uffici del Partito curdo ad Irbil. Muoiono 109 persone.
9/2/2004
Istanbul: kamikaze si fa esplodere in un ristorante, ferendo il complice ed uccidendo un cameriere
11/2/2004
Baghdad: un attentatore suicida si fa saltare in una macchina carica di esplosivo fra una folla di iracheni che aspettano davanti ad un centro di reclutamento dell'esercito. Muoiono 47 persone.
2/3/2004
Pakistan: a Quetta, kamikaze musulmani sunniti uccidono 38 musulmani sciiti e ne feriscono 150
Iraq: con mortai e kamikaze musulmani sunniti a Baghdad e Karbala uccidono 182 musulmani sciiti e ne feriscono centinaia
11/3/2004
Madrid: pi?10 bombe esplodono presso la stazione ferroviaria, uccidendo 190persone e ferendone 1.899. Al-Qeida rivendica l'attentato.
17/3/2004
Iraq: autobomba contro l'Hotel Mount Lebanon di Baghdad uccide 29 persone, un'altra a Bassora ne uccide 7
29/3/2004
Uzbekistan: 19 morti e 26 feriti in due esplosioni kamikaze a TASHKENT
Italia: a Brescia un marocchino si fa saltare in aria con la sua auto, piena di bombole di gas, accanto ad un McDonald?s. Muore soltanto lui grazie al pronto intervento dei pompieri che ?raffreddano? le bombole di gas del ?fast food?, che erano a pochi passi.
5/4/2004
Montreal (Canada): bruciata una scuola elementare - Fortunatamente solo danni e nessuna vittima a Montreal, dove una scuola elementare ebraica 蠡ndata distrutta a seguito di un attentato incendiario compiuto da terroristi islamici, che volevano vendicare la morte dello sceicco Yassin, recentemente ucciso dai soldati israeliani (Canadian Press Online)
20/4/2004
Bassora (Iraq): i miliziani irakeni uccidono, in 3 attentati con autobombe, 71 civili irakeni, di cui 17 bambini.
21/4/2004 Riad (Arabia Saudita): kamikaze su autobomba si fa saltare in aria in zona centrale della citt஠Muoiono 5 persone, tra cui una bambina di 11 anni.
27/4/2004
Thailandia (Bangkok): terroristi musulmani attaccano alcuni posti di polizia tentando di rubare le armi. Almeno 150 i morti.
27/4/2004
Siria (Damasco): 6 terroristi islamici attaccano con lanciarazzi alcuni edifici posti nel quartiere delle ambasciate. Muoiono 4 persone.

Striscia di Gaza: due terroristi islamici tendono un agguato ad una donna israeliana di 34 anni, all?ottavo mese di gravidanza, e le sue 4 figlie (tra i 2 e gli 11 anni), uccidendole a sangue freddo.
03/05/2004
Karachi (Pakistan): autobomba preparata dai terroristi islamici uccide 3 ingegneri cinesi.
07/05/2004
Karachi (Pakistan): attentato suicida di un musulmano sunnita in una moschea sciita uccide 24 persone e ne ferisce 125.
09/05/2004 Grozny (Cecenia) ? terroristi islamici fanno esplodere una bomba allo stadio, uccidendo il Presidente Ceceno e altre 31 persone, tra cui vari bambini.
18/5/2004 Setif(Algeria): due bombe sistemate da terroristi islamici uccidono 2 soldati e ne feriscono 13.
20/5/2004 Cecenia: DECAPITATO UN OSTAGGIO RUSSO IN CECENIA. LA VITTIMA E' UN CIVILE DI MEZZA ETA' UCCISO A COLPI D'ASCIA
Roma, 20 mag. - (Adnkronos/Aki) - I terroristi islamici tornano sul Web con nuove terribili immagini: nonostante l'ondata repressiva che ha portato alla chiusura di molti siti che avevano diffuso il video con la barbara uccisione dell'ostaggio americano Nick Berg ad opera - apparentemente - di Abu Musab Al-Zarqawi, oggi i terroristi (questa volta ceceni) hanno pubblicato le terribili immagini della decapitazione di un ostaggio russo. (Ham/Gs/Adnkronos)
30/5/2004
Khobar (Arabia Saudita) ? un gruppo di terroristi islamici attacca un centro petrolifero, prendendo in ostaggio decine di persone. I reparti speciali sauditi fanno irruzione e liberano gli ostaggi. In totale i terroristi uccidono 22 persone. Tra queste, 9 che avevano tentato la fuga vengono sgozzati. Tra loro anche il nostro connazionale Antonio Amato, trentacinquenne, cuoco del residence.
31/5/2004
Karachi (Pakistan) ? kamikaze musulmano sunnita si fa esplodere in una moschea sciita, uccidendo 19 persone e ferendone 50. Il giorno prima un Imam sunnita era stato ucciso da musulmani sciiti.
02/06/2004
Afghanistan ? i talebani assalgono un'auto di Medici Senza Frontiere ed uccidono 5 volontari dell'associazione umanitaria
22/6/2004
Inguscezia ? 200 terroristi islamici attaccano posti di polizia ed uffici pubblici della piccola repubblica confinante con la Cecenia, uccidendo 57 persone.
24/6/2004
Iraq ? in vari attacchi, i terroristi di Al-Zarqawui uccidono circa 100 persone. 01/08/2004
Iraq ? a Baghdad e Mosul 6 autobombe di terroristi islamici esplodono in altrettante chiese cristiane, uccidendo 18 persone e ferendone 60.
4/8/2004
Ryadh (Arabia S.) ? ucciso nel suo ufficio da un terrorista islamico un ingegnere irlandese
5/8/2004
Anno 1 fa
Dettagli aggiuntivi
Anno 1 fa

India un terrorista islamico attacca con bombe e mitra un gruppo di militari indiani, uccidendone 9.
10/8/2004
Istanbul ? un gruppo terroristico legato ad Al-Qeida fa esplodere 4 bombe in due alberghi. 2 morti e 11 feriti.
25/8/2004
Mosca ? due aerei civili esplodono in volo, abbattuti dai kamikaze islamici ceceni; muoiono 89 persone.
26/08/04
Iraq - Enzo Baldoni, giornalista, collaboratore della Croce Rossa, viene rapito il 19/8 dall? ?Esercito Islamico dell?Iraq? ed assassinato il 26/8.
31/8/2004
Iraq - Dodici ostaggi nepalesi catturati dall'Esercito islamico di Ansar Al-Sunna sono stati uccisi. Gli operai nepalesi (paese che non partecipa alle operazioni di guerra) erano stati rapiti il 19 agosto. I terroristi: ?Buddisti servi dei cristiani?. 11 di loro sono fucilati alla schiena, uno 蠳tato sgozzato e decapitato.
31/08/2004
Mosca ? kamikaze cecena si fa esplodere nella metropolitana. Muoiono 10 persone
[Modificato da ambrosinus. 26/02/2009 16:47]
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INTERVISTA CONCESSA DA ORIANA FALLACI AD UN SACERDOTE POLACCO NEL 2005
Martedì 16 Agosto 2005

Oriana Fallaci su islam ed Occidente

Oggi si deroga all'ordine di servizio di non citare e pubblicare la Fallaci finchè piazza copyright su ogni suo respiro. Su questo articolo per la prima volta pare che non ci sia, quindi lo prendo come un gesto di buona volontà.

Di seguito l'intervista concessa da Oriana Fallaci a Padre Andrzej Majewski, caporedattore della televisione pubblica polacca (Telewizja Polska).

I responsabili degli attacchi terroristici a Londra erano mussulmani nati in Gran Bretagna o cittadini inglesi. Quindi potrebbero essere considerati europei. Crede che per difendere il nostro continente e la civiltà occidentale dovremmo esiliare tutti i mussulmani dell'Europa?

Per incominciare, non sono affatto europei. Non possono essere considerati europei. O non più di quanto noi potremmo essere considerati islamici se vivessimo in Marocco o in Arabia Saudita o in Pakistan beneficiando della residenza o della cittadinanza.
La cittadinanza non ha niente a che fare con la nazionalità, e ci vuol altro che un pezzo di carta su cui è scritto cittadino inglese o francese o tedesco o spagnolo o italiano o polacco per renderci inglesi o francesi o tedeschi o spagnoli o italiani o polacchi.
Cioè parte integrante di una storia e di una cultura. Secondo me, anche quelli con la cittadinanza sono ospiti e basta. O meglio: invasori privilegiati.
Poi una cosa è espellere gli allievi terroristi o gli aspiranti terroristi, i clandestini, i vagabondi che vivono rubando o spacciando droga o, meglio ancora, gli imam che predicando la Guerra Santa incitano i loro fedeli a massacrarci. E una cosa è cacciare indiscriminatamente una intera comunità religiosa.
L'esilio è una pena che già nell'Ottocento l'Europa applicava con le molle, e solo per qualche individuo. Ai nostri tempi si applica soltanto per i re e le famiglie reali che hanno perso la partita. In parole diverse, non si addice più alla nostra civiltà. Alla nostra etica, alla nostra cultura. E l'idea di trasformarci paradossalmente da vittime in tiranni, da perseguitati in persecutori, è per me inconcepibile. Mi fa pensare ai trecentomila ebrei che nel 1492 vennero cacciati dalla Spagna, ai pogrom di cui gli ebrei sono stati vittime nell'intero corso della loro storia. Naturalmente, se volessero andarsene di loro spontanea volontà, non piangerei. Anzi, accenderei un cero alla Madonna.
Nel saggio pubblicato giorni fa dal Corriere della Sera, "Il nemico che trattiamo da amico", addirittura glielo suggerisco.
"Se siamo così brutti, così cattivi, così spregevoli e peccaminosi" gli dico "se ci odiate e ci disprezzate tanto, perché non ve ne tornate a casa vostra?". Il fatto è che se ne guardano bene. Non ci pensano nemmeno. Ed anche se ci pensassero, come attuerebbero una cosa simile? Attraverso un esodo uguale a quello con cui Mosè portò via gli ebrei dall'Egitto e attraversò il Mar Rosso?
Sono troppi, ormai. Calcolando solo quelli che stanno nell'Unione Europea, sostengono i dati più recenti, circa venticinque milioni. Calcolando anche quelli che stanno nei paesi fuori dell'Unione Europea e nell'ex Unione Sovietica, circa sessanta milioni. Questa è la loro Terra Promessa, mi spiego? Rispetto, tolleranza. Assistenza pubblica, libertà a iosa. Sindacati, prosciutto, il deprecato prosciutto, vino e birra, il deprecato vino e la deprecata birra. Blue jeans, licenza di esercitare in ogni senso prepotenze che qui non vengono né punite né rintuzzate né rimproverate. (Inclusa la licenza di buttare i crocifissi dalle finestre).
Protettori cioè collaborazionisti sempre pronti a difenderli sui giornali e a impedirne l'espulsione nei tribunali.
Caro padre Andrzej, è troppo tardi ormai per chiedergli di tornare a casa loro. Avremmo dovuto, avreste dovuto, chiederglielo venti anni fa. Cioè quando già dicevo: «Ma non lo capite che questa è un'invasione ben calcolata, che se non li fermiamo subito non ce ne libereremo mai più?». In nome della pietà e del pluriculturalismo, della civiltà e del modernismo, ma in realtà grazie ai cinici accordi euro-arabi di cui parlo nel mio libro La Forza della Ragione, invece, li abbiamo lasciati entrare.
Peggio: avendo scoperto che non ci piaceva più fare i proletari, cogliere i pomodori, sgobbare nelle fabbriche, pulire le nostre case e le nostre scarpe, li abbiamo chiamati. «Venite, cari, venite, ché abbiamo tanto bisogno di voi». E loro sono venuti. A centinaia, a migliaia per volta. Uomini robusti e sbarbati, donne incinte, bambini. Sempre seguiti dai genitori, dai nonni, dai fratelli, dalle sorelle, dai cugini, dalle cognate, continuano a venire e pazienza se anziché persone ansiose di rifarsi una vita lavorando ci ritroviamospesso vagabondi. Venditori ambulanti di inutilità, spacciatori di droga e futuri terroristi. O terroristi già addestrati e da addestrare.
Pazienza se fin dal momento in cui sbarcano ci costano un mucchio di soldi. Vitto e alloggio. Scuole e ospedali. Sussidio mensile. Pazienza se ci riempiono di moschee. Pazienza se si impadroniscono di interi quartieri anzi di intere città.
Pazienza se invece di mostrare un po' di gratitudine e un po' di lealtà pretendono addirittura il voto che in barba alla Costituzione le Giunte di Sinistra gli regalano a loro piacimento.
Pazienza se, per proteggere la Libertà, a causa loro dobbiamo rinunciare ad alcune libertà. Pazienza se l'Europa diventa anzi è diventata l'Eurabia.
Caro padre Andrzej, io non so quel che accade in Polonia. Ma nel resto dell'Europa, e per incominciare nel mio Paese, non accade davvero quel che accadde a Vienna oltre tre secoli fa.
Cioè quando i seicentomila ottomani di Kara Mustafa misero sotto assedio la capitale considerata l'ultimo baluardo del Cristianesimo, e insieme agli altri europei (Francia esclusa) il polacco Giovanni Sobieski li respinse al grido di «Soldati, combattete per la Vergine di Czestochowa». No, no. Qui accade quello che oltre tremila anni fa accadde a Troia, cioè quando i troiani apriron le porte della città e si portarono in casa il cavallo di Ulisse. Sicché dal ventre del cavallo Ulisse si calò con i suoi commandos e gli Achei distrussero tutto ciò che v'era da distruggere, scannarono tutti i disgraziati che c'erano da scannare, poi appiccarono il fuoco e buonanotte al secchio.
Perbacco! Inascoltata e sbeffeggiata come una Cassandra, da anni ripeto fino alla noia il ritornello «Troia brucia, Troia brucia».
Ed oggi ogni nostra città, ogni nostro villaggio, brucia davvero. Esiliare? Macché vuole esiliare. Oggi gli esuli siamo noi. Esuli a casa nostra.

Come crede che Papa Benedetto XVI dovrebbe reagire a questa situazione essendo il capo della Chiesa Cattolica Apostolica Romana e il leader d'una religione che predica pace, non-violenza, bontà?

Senta, nel saggio "Il nemico che trattiamo da amico" a un certo punto mi rivolgo direttamente a Ratzinger. Pardon, a Papa Benedetto XVI. (Sa, io lo chiamo sempre Ratzinger e basta. Manco fosse un mio exprofessore o addirittura un mio ex compagno di scuola). E mi rivolgo a lui confutando ciò che confutavo a Wojtyla, pardon, a Papa Giovanni Paolo II.
Il Dialogo con l'Islam. "Santità" gli dico "Le parla una persona che La ammira molto. Che Le vuole bene, che Le dà ragione su un mucchio di cose. Che a causa di questo viene dileggiata coi nomignoli atea-devota, laica-baciapile, liberal-clericale. Una persona, inoltre, che capisce la politica e le sue necessità. Che comprende i drammi della leadership nonché i suoi compromessi. E che rispetta l'intransigenza della fede. Però il seguente interrogativo glielo devo porre ugualmente: crede davvero che i mussulmani accettino di dialogare coi cristiani, anzi con le altre religioni o con gli atei come me? Crede davvero che possano cambiare, ravvedersi, smetterla di seminar bombe?".
E ora aggiungo: il terrorismo islamico non è un fenomeno isolato, un fatto a sé stante. Non è una iniquità che si limita a una minoranza esigua dell'Islam. (Peraltro una minoranza tutt'altro che esigua. Si calcola che l'Europa disponga di ben quarantamila terroristi pronti a scattare. E non dimentichiamo che dietro ogni terrorista c'è una organizzazione precisa, una rete di contatti eccellenti, un oceano di soldi. Ergo, quel numero "quarantamila" va moltiplicato almeno per cinque anzi per dieci. E, stando alla matematica, così facendo s'arriva a duecentomila o quattrocentomila).
Il terrorismo islamico è soltanto un volto, un aspetto, della strategia adottata fin dai tempi di Khomeini (anzi fin dai giorni dei cinici accordi euro-arabi) per attuare la globale offensiva chiamata "Revival dell'Islam". Risveglio dell'Islam. Un risveglio che ancora una volta mira a cancellare l'Occidente, la sua cultura, i suoi principii, i suoi valori. La sua libertà e la sua democrazia. Il suo Cristianesimo e il suo Laicismo. (Sissignori, anche il laicismo. Forse, soprattutto il laicismo. Ma non l'avete ancora capito che il laicismo non può coabitare con la teocrazia?!?).
Un risveglio, insomma, che non si manifesta soltanto attraverso le stragi ma attraverso il secolare espansionismo dell'Islam. Un espansionismo che fino all'assedio di Vienna avveniva con gli eserciti e le flotte dei sultani, i cavalli, i cammelli, le navi dei pirati, e che ora avviene attraverso gli immigrati decisi a imporre la loro religione. La loro prepotenza, la loro prolificità. E tutto ciò sfruttando la nostra inerzia, la nostra debolezza, o la nostra buonafede. Peggio: la nostra paura.
Be': Papa Ratzinger, pardon, Benedetto XVI, lo sa meglio di me. Basta leggere i suoi libri, conoscere ciò che scrive sull'Europa, capire l'allarme che esprime nei riguardi dell'Europa, per concludere che lo sa meglio di me. Meglio di tutti noi. Il guaio è che si trova in una situazione difficilissima. Forse la più difficile che possa intrappolare un leader del nostro tempo. Difficile da un punto di vista teologico e filosofico. Difficile da un punto di vista politico e umano. Il fatto di stare a capo d'una Chiesa che basa il suo credo sull'amore e sul perdono, anzitutto. Che in termini ecumenici predica «ama- il-prossimo-tuo, quindi-pure- il-nemico-tuo-come te stesso». Poi il fatto di governare un'immensa comunità che, nei riguardi dell'Islam, anche nei suoi ranghi gerarchici è divisa cioè arroccata su opposte posizioni.
Pensi alla Caritas che raccatta i clandestini e magari li nasconde. Pensi ai frati Comboniani che con la sciarpa arcobaleno sulla tonaca bianca gli distribuiscono simbolici permessi-di-soggiorno. Pensi ai preti che sull'altare della loro chiesa permettono agli imam di celebrare il matrimonio misto e berciare Allah-akbar, Allah-akbar. (Come è successo, per esempio, a Torino). E infine il fatto d'essere l'immediato successore d'un Papa, Papa Wojtyla, che a parlare di Dialogo è stato il primo. Che con il comunismo e l'Unione Sovietica usava il pugno di ferro ma con l'Islam usava il guanto di velluto. Che gli imam li invitava ad Assisi. Che l'exterrorista e magnate di terroristi Yasser Arafat lo riceveva in Vaticano. E che contro Bin Laden non tuonava mai in modo diretto. (Padre Andrzej, mi dispiace dirlo a lei che è polacco e che con questa intervista si rivolge ai polacchi: so bene quanto è venerato Wojtyla in Polonia. E non a torto perché Wojtyla era un grand'uomo, un grande leader. Ma, su quel punto, secondo me sbagliava). Be', Ratzinger amava molto Wojtyla. Per stargli vicino, si sa, rinunciò perfino al desiderio di invecchiare nella sua Baviera e tornare al lavoro che gli piaceva di più cioè l'insegnamento. Inoltre lo sosteneva, lo consigliava. E si può forse pretendere che di punto in bianco imbocchi un'altra strada, sconfessi il sogno del dialogo? Eppure io ho fiducia in Ratzinger, in Benedetto XVI. È troppo intelligente per non rendersi conto che il Risveglio dell'Islam s'è ingigantito come all'epoca dell'Impero Ottomano, e che col suo fondamentalismo ha assunto i contorni d'un nuovo nazismo.
Che dialogare o illudersi di poter dialogare con un nuovo nazismo equivale a commettere lo stesso errore che l'Inghilterra di Chamberlain e la Francia di Daladier commisero nel 1938. Cioè quando, illudendosi di poter trattare Illudersi di poter dialogare con l'Islam è ripetere lo stesso errore che Francia e Gran Bretagna commisero nel 1938 quando, illudendosi di poter trattare con Hitler, firmarono il Patto di Monaco [PARLA ORIANA Col comunismo e l'Unione Sovietica Papa Wojtyla usava il pugno di ferro ma con l'Islam usava il guanto di velluto. Wojtyla era, sì, un grand'uomo. Ma, secondo me, su quello sbagliava Prima o poi (meglio prima che poi) Papa Ratzinger riempirà il vuoto. Il suo volto è buono, il suo sorriso è mite, ma i suoi occhi sono molto fermi. Molto risoluti. Joseph Ratzinger, Papa Benedetto XVI, è tra i più acuti interpreti della crisi d'identità europea Karol Wojtyla, Papa Giovanni Paolo II, sconfisse il comunismo e cercò il dialogo con l'Islam Il Corano, libro sacro dell'Islam, ordina il Jihad, la Guerra santa, contro i "cani infedeli" con Hitler, Francia e Inghilterra firmarono il Patto di Monaco e un anno dopo si ritrovarono con la Polonia invasa dai nazisti. È un uomo davvero raziocinante, Benedetto XVI.
Guardi come affronta, lui, l'irresolubile problema di conciliare la fede con la ragione. Capisce benissimo che nei riguardi dell'Islam il laicismo ha perso il treno! Che i laici a parole ma non a fatti sono mancati all'appuntamento loro offerto dalla Storia. Che soprattutto a Sinistra si sono messi dalla parte del nemico. Un nemico deciso ad estendere la sua ideologia teocratica all'intero pianeta. Altrettanto bene capisce che, mancando all'appuntamento loro offerto dalla Storia, quei laici hanno aperto una voragine. Hanno creato un vuoto da riempire. Non a caso penso che prima o poi, (meglio prima che poi), lui lo riempirà. Il suo volto è buono, il suo sorriso è mite, ma i suoi occhi sono molto fermi. Molto risoluti. Questo non significa aizzare Crociate, guerre di religione: l'accusa che mi rivolgono gli imbecilli in malafede. Non significa vendersi al Vaticano, tradire il laicismo. (Il mio laicismo, padre Andrzej, è a prova di bomba. Non di convenienza). Non significa insomma mettersi al servizio d'un Papa, invitarlo a sostenere il ruolo di Giovanni Sobieski che ai suoi soldati urla "Combattete per la Vergine di Czestochowa".
Non significa chiedergli di indossare l'armatura cara ai suoi predecessori rinascimentali, di sguainare la spada, tagliare la testa di chi la taglia a noi. E tanto meno significa spingere all'orrore dei pogrom.
Significa ricordare all'intransigenza della fede che l'autodifesa è una legittima difesa. Non un peccato. Significa sostenere che, quando è necessario, anche un sant'uomo può fare la voce grossa. Comportarsi come Gesù Cristo che al Tempio perde la pazienza e rovescia le bancarelle dei mercanti, magari gli tira anche un bel pugno sul naso. E per me significa scegliere bene il proprio alleato. Per me atea-cristiana (devota no ma cristiana sì) il Cristianesimo non è soltanto una filosofia di primaqualità, un pensiero al quale ispirarmi, una radice dalla quale non posso e non devo e non voglio prescindere.
È anche un alleato. Un compagnon de route. Di conseguenza, lo è pure chi lo interpreta ai massimi livelli. Cioè chi lo rappresenta. Sa, nel mio caso non si tratta di mischiare il sacro con il profano, il diavolo con l'acqua santa. Si tratta di esercitare la razionalità. L'autodifesa che è legittima difesa, e la razionalità. Infatti la cosa che mi ha dato più conforto negli ultimi tempi è stata l'intervista che l'acutissimo vescovo Rino Fisichella, il Rettore dell'Università Lateranense, dette al Corriere della Sera a proposito del mio sentirmi meno sola dacché leggo Ratzinger e Ratzinger è diventato Benedetto XVI.
Intervista che il Corriere pubblicò sotto il commovente titolo: "Ratzinger, Oriana: l'incontro di due pensieri liberi". Più che un'intervista, una sentenza. Un verdetto.
"Non la stupisce" gli chiede subito l'intervistatore "questa concordanza con il Papa da parte di una donna che si definisce atea?". E Fisichella, pardon, il vescovo Fisichella, risponde: "Non mi stupisce. Anzi mi conferma la possibilità, sempre offerta a tutti, d'un vero incontro sulla base della Ragione. La Forza della Ragione è un titolo famoso della Fallaci, ma anche un'espressione che ricorre negli scritti del teologo Ratzinger. Come del resto ricorre nell'Enciclica Fides et Ratio di Giovanni Paolo II".
E quando l'intervistatore gli chiede quale sia il segreto di quell'intesa sulla base della Ragione, risponde: "Nel caso della Fallaci e del Papa che si incontrano nel giudizio sulla crisi dell'Europa e dell'Occidente, il segreto sta nella Libertà. Sappiamo quanto la Fallaci tenga alla sua autonomia di giudizio che è forse la qualità che più le ha permesso di fare storia nel giornalismo e nella narrativa. E ugualmente sappiamo quanto il teologo Ratzinger sia sempre stato libero dalle idee ricevute nonché incurante del politically correct".
Infine, alla domanda che - dice- sulla- battuta- della- Fallaci "Se un'atea e un Papa sostengono la medesima cosa, significa che in quella cosa dev'esserci qualcosa di vero", risponde: "Dico che, se si pensa davvero, ci si incontra. Dico che, se si va oltre le diverse forme di relativismo cui siamo abituati, se si superano gli schematismi e i pensieri deboli, si arriva a un'unità profonda. Anche se partiamo da luoghi diversi".
Sacrosante parole a cui non ho da aggiungere una virgola, e su cui tanti dovrebbero riflettere un po'. (Non dico quanto ho riflettuto io sulla geniale raccomandazione che Ratzinger rivolge ai non credenti: "Comportatevi come se Dio esistesse, veluti si Deus daretur"... Si stancherebbero troppo. Ma una pensatina, sì).

Qual è la sua opinione sulla guerra contro il terrorismo attualmente condotta dagli Stati Uniti?

Senta, padre Andrzej: un mese prima che scoppiasse la guerra in Iraq scrissi per lo Wall Street Journal e per il Corriere della Sera un articolo intitolato "La Rabbia, l'Orgoglio, e il Dubbio". Articolo dove, insieme a molte altre cose per cui sono stata messa alla gogna anzi crucifissa, dicevo questo: "E se l'Iraq diventasse un secondo Vietnam? E se dalla sconfitta di Saddam Hussein nascesse una Repubblica Islamica dell'Iraq cioè una copia della Repubblica Islamica dell'Iran khomeinista? La libertà e lademocrazia non si possono regalare come due pezzi di cioccolata. Specialmente in un paese, in una società, che di quei concetti ignora il significato.
La Libertà bisogna conquistarcela. E per conquistarcela bisogna sapere cos'è. Bisogna capirla, bisogna volerla. La democrazia, ovvio, lo stesso. Forse mi sbaglio, ma gli iracheni io li lascerei bollire nel loro brodo".
Sbagliavo? Temo di no. D'accordo, provo conforto a vedere che Saddam Hussein è caduto dal trono con la sua banda. Provo soddisfazione, anzi un goccio di sia pur perplessa speranza, a pensare che anche ignorando cos'è la democrazia tanti iracheni e tante irachene siano andati a votare. Ma, visto il prezzo che stanno pagando e che stiamo pagando, visti i morti che a entrambi ci costa, continuo a credere che sarebbe stato meglio lasciarli bollire nel loro brodo. In Iraq gli Stati Uniti si sono impantanati come si impantanarono in Vietnam. Nel pantano il cancro dell'antiamericanismo è diventato più velenoso quindi più pericoloso del falso pacifismo che gli arcobalenisti sventolano da una parte sola. E per capirlo basta un esempio che indigna: ad ogni strage di piccoli iracheni assiepati intorno al Marine che distribuisce le caramelle, gli imbecilli in malafede scrivono che «gli americani si fanno scudo dei bambini». Parole che, inutile dirlo, aiutano non poco i Bin Laden e gli Zarqawi. Quasi ciò non bastasse, l'Iran di Khomeini è uscito allo scoperto imponendo le sue centrali nucleari ed eleggendo presidente il bieco individuo che a Teheran capeggiò il sequestro degli ostaggi americani presi all'Ambasciata. Il petrolio sale, e con l'aiuto dell'Iran la Repubblica Islamica dell'Iraq incombe sempre di più. Detto questo, cioè ammesso che la frittata è ormai fatta, affermo che attribuire il terrorismo alla guerra in Iraq è un errore anzi una frode per ingannare gli stolti. Accidenti, l'Undici Settembre del 2001 la guerra in Iraq non c'era. La guerra che l'Undici Settembre ci venne dichiarata ufficialmente da Osama Bin Laden, invece, c'era già. Da decenni i figli di Allah tormentavano l'Europa e l'America e Israele con le loro carneficine.
Ricorda quelle che anche in Italia subivamo ad opera degli Habbash e degli Arafat? Oh, lo capisco a che cosa mira la sua domanda. Mira alla faccenda del ritirare le truppe dall'Iraq. E le rispondo: non è imitando l'irresponsabile e insopportabile Zapatero che il terrorismo islamico cesserà o diminuirà. Al contrario. Ogni volta che un contingente si ritira, l'Europa dà un'altra prova di debolezza, di paura. Ed oltre ad abbandonare gli iracheni nelle grinfie di Al Qaeda e dell'Iran, ogni volta affondiamo la vanga dentro la fossa che ci stiamo scavando con le nostre stesse mani. Per andarcene, per tentar di rimediare alla frittata ormai fatta, ci vorrà tempo. E parecchio cervello.

A suo avviso definire l'Islam "una religione di pace" e dire che il Corano insegna la misericordia è una sciocchezza. Perché?

Perché a parte quattordici secoli di Storia, (secoli durante i quali l'Islam non ha fatto che scatenar guerre ossia conquistare e sottomettere e massacrare), lo dice il Corano. È il Corano, non mia zia, che chiama i non-mussulmani «cani infedeli». È il Corano, non mia zia, che li accusa di puzzare come le scimmie e i cammelli. È il Corano, non mia zia, che invita i suoi seguaci a eliminarli. A mutilarli, lapidarli, decapitarli, o almeno soggiogarli. Sicché se in Arabia Saudita ti fai beccare con una crocetta al collo, un santino in tasca, una Bibbia in casa, finisci in galera o magari al cimitero. E se in Sudan sei un povero africano o una povera africana che prega la Madonna, finisci almeno coi ceppi ai polsi ed ai piedi cioè in stato di schiavitù. Ma volete mettervela in testa questa semplice, inequivocabile, indiscutibile verità? Tutto ciò che i mussulmani fanno contro di noi e contro sé stessi è scritto nel Corano. Richiesto o voluto dal Corano. La Jihad o Guerra Santa.
La violenza, il rifiuto della democrazia e della libertà. L'allucinante servitù delle donne. Il culto della Morte, il disprezzo della Vita.
E non mi risponda come i furbacchioni del presunto Islam Moderato, non mi dica che il Corano ha versioni varie e diverse. Gira e rigira, in ogni versione la sostanza è la stessa. E dove si nasconde, in quella sostanza, la "religione di pace"? Dove si nasconde "la misericordia di Allah"? Io non la capisco la deferenza con cui voi cattolici vi riferite al Corano. Io non lo capisco l'ossequio che manifestate verso Maometto. Manco Cristo e Maometto fossero due amiconi che bisbocciano insieme in Paradiso o nel Djanna. Non lo capisco il vostro insistere con la scappatoia del Dio Unico.
Domenica 17 luglio, in una chiesetta della provincia di Varese, un parroco ha invitato un bambino mussulmano a pregare Allah poi ha concluso la Messa dichiarando quasi minacciosamente ai fedeli:
"E badate bene che chi non vuole chiamare Padre anche Allah, non è degno di recitare il Pater Noster".
Ma come?!? Allah non ha nulla a che fare col Dio del Cristianesimo. Nulla. Non è un Dio buono, non è un Dio Padre. È un Dio cattivo. Un Dio Padrone. Gli esseri umani non li tratta come figli. Li tratta come sudditi, come schiavi. E non insegna ad amare: insegna a odiare. Non insegna a rispettare: insegna a disprezzare. Non insegna ad essere liberi: insegna a ubbidire. Basta leggere le Sure sui cani-infedeli per rendersene conto. Ad esempio le quattro in base alle quali, nel lercio libretto scritto dal mussulmano (naturalizzato ita - liano) che butta i crocifissi dalla finestra e che definisce la Chiesa cattolica "un'associazione a delinquere" (ma nessuno lo processa), i mussulmani vengon sollecitati a castigare la Fallaci cioè ad eliminarla.
No, no, il nostro primo nemico non è Bin Laden. Non è Zarqawi. Non sono i terroristi e i tagliateste. Il nostro primo nemico è quel libro. Il libro che li ha intossicati. Ecco perché dico che il dialogo con l'Islam è impossibile e respingo la fandonia dell'Islam Moderato, cioè l'Islam che ogni tanto si degna di condannare le stragi però alle condanne aggiunge sempre un "se" o un "ma".
Ecco perché la convivenza col nemico che trattiamo da amico è una chimera, e la parola "integrazione" è una bugia. Ecco perché illudersi di poter trattare con loro equivale a firmare il Patto di Monaco con Hitler, a ripetere l'errore di Chamberlain e di Daladier. Ecco perché parlo sempre di nazismo islamico e mi rifaccio a Churchill che diceva: «verseremo lacrime e sangue».
Ecco perché sostengo che il loro nazismo non è una questione di razza, di etnia: è una questione di religione. Giuridicamente, infatti, molti sono davvero nostri concittadini. Gente nata in Inghilterra, in Francia, in Italia, in Spagna, in Germania, in Olanda, in Polonia, eccetera.
Individui cresciuti come inglesi, francesi, italiani, spagnoli, tedeschi, olandesi, polacchi, eccetera.
Giovani che hanno studiato o studiano nelle nostre scuole medie e nelle nostre università, che parlano bene le nostre lingue, che giocano a football o a cricket e frequentano le discoteche e le palestre. Che non di rado bevono il vino e la birra e la vodka. Che sembrano davvero inseriti nella nostra società. A colpo d'occhio lo sembrano, sì. Non portano nemmeno la barba.
Intanto, però, trattano le loro donne (e anche le nostre) come le trattano. Le picchiano, le umiliano, a volte le ammazzano. E, quando mettono piede in moschea, si fanno ricrescere la barba. Ascoltano l'imam che predica la Jihad, studiano cioè imparano a memoria il Corano, e paf! Diventano aspiranti terroristi poi allievi terroristi poi militanti terroristi. Mentre quelli che non lo diventano, i cosiddetti moderati, farfugliano i loro ambigui "se" o "ma" o "però". (E in Israele pretendono addirittura di modificare l'inno e la bandiera).
Padre Andrzej, a me le statistiche sono antipatiche. Tuttavia non possono essere ignorate, e dall'inchiesta che dopo la strage di Londra è stata condotta per il Daily Telegraph risulta che il 24% dei mussulmani inglesi ammette di "provar simpatia per i sentimenti e i motivi che hanno portato alla strage del 7 luglio". Il 46% dei moderati capisce "perché quegli ex sbarbati si comportano in tal modo". Il 32% ritiene "che i mussulmani debbano porre fine alla decadente civiltà Occidentale".
Il 14% confessa "di non sentirsi in dovere d'avvertire la polizia se sanno che è in preparazione un attentato, e ancor meno se un imam incita alla Guerra Santa".
Quasi non bastasse, da un rapporto governativo indicato come "The Next London Bombing" risulta che in Gran Bretagna vi sono sedicimila mussulmani impegnati in attività terroristiche, e che la metà dei giovani mussulmani intervistati si dicono "ansiosi di passare alla violenza per eliminare la nostra immorale società".
Per giudicare senza statistiche basta leggere ciò che è emerso dall'arresto del terrorista di cittadinanza inglese e nazionalità etiope o eritrea
Hamdi Issac: arrestato a Roma dov'era vissuto per cinque anni insieme alla numerosa famiglia. E dove anche i suoi fratelli con regolare Permesso di Soggiorno sono finiti in carcere per rilascio di passaporti falsi a scopo terroristico.
Ma lo sa che in Italia quell'Issac c'era arrivato (con falso passaporto somalo) come "rifugiato politico"? Lo sa che a Londra aveva abitato sei anni a spese dello Stato Britannico da cui riceveva sussidi anche per l'alloggio?
Lo sa che la cittadinanza britannica gliela avevano data senza batter ciglio e senza accorgersi che il suo nome era falso?
Lo sa che insieme agli altri tre (anche loro naturalizzati cittadini britannici, anche loro mantenuti col sussi - dio statale) e insieme al suo boss Muktar Said Ibrahim (anche lui naturalizzato cittadino britannico, anche lui mantenuto col sussidio statale) confezionava esplosivi cui si divertiva ad aggiungere chiodi e bulloni e lamette per far più male? («Ma lui dice che non voleva uccidere nessuno. Voleva fare soltanto un'azione dimostrativa» ha dichiarato la fascinosa avvocatessa che lo Stato italiano gli ha fornito a spese dei contribuenti).
Padre Andrzej, le dà fastidio udire certe cose: vero? Le ripugna vedere in tanti nostri ospiti una nuova Hitler-Jugend che applica il suo Mein Kampf: vero? E trova eccessivo che in loro io veda un pericolo per l'Occidente e il resto dell'umanità: vero?
Allora le rammento che a installare il nazismo in Germania, in Europa, non fu l'intero popolo tedesco. Fu la non esigua minoranza di sciagurati che al profeta Adolf Hitler guardava come i terroristi di oggi guardano al profeta Maometto.
E se crede che sia ingiusto darne la colpa a una religione anzi a un libro, pensi al ragazzo americano che i Marines catturarono coi Talebani durante la guerra in Afghanistan. Americano, ripeto. Californiano. Losangelino con la pelle bianca come il bianco dell'uovo sodo, e di educazione laico-cristiana. Non marocchino o tunisino o saudita o senegalese o somalo. Con la pelle scura.
Ma un giorno quel losangelino aveva messo piede in moschea, aveva detto: «Mammy, daddy, voglio studiare il Corano». Poi era andato in Pakistan, il Corano se l'era imparato a memoria, il cervello se l'era fatto lavare dagli imam, ed era finito coi Talebani a Kabul. Padre Andrzej, è questa la mia risposta al suo ultimo perché. E so bene che a dargliela rinforzo il rischio di andare in galera per reato di opinione mascherato con l'accusa di "vilipendio all'Islam".
So bene che insieme alla galera rischio la vita cioè sfido ancora di più la nuova Hitler-Jugend che vorrebbe ammazzarmi.
So altrettanto bene che neanche noi siamo stinchi di santo. Che nella nostra Storia anche noi ne abbiamo combinate di cotte e di crude.
Ma oggi il pericolo non siamo noi. Sono loro. È il loro libro. E visto che nessuno lo dice, visto che qualcuno deve dirlo, lo dico io. Col che saluto i polacchi che attraverso la sua traduzione ci hanno seguito. Saluto Lei, e la ringrazio d'avermi ascoltato.
Padre Andrzej Majewski - Oriana Fallaci -
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IL PREMIO ORIANA FALLACI A GEERT WILDERS
GEERT WILDERS: UN EROE  D’ALTRI TEMPI
Pubblicato il 26/02/09 alle 16:51:53 GMT pubblicato da Una_via_per_Oriana
Incontri ed Eventi

IL PREMIO ORIANA FALLACI A GEERT WILDERS UN EROE  D’ALTRI TEMPI di Diego Grandi
Roma Il deputato Olandese Geert Wilders,  è giunto ieri a Roma per ricevere il Premio
Oriana Fallaci, organizzato dall’associazione “Una via per Oriana”. La premiazione si è svolta al Grand Hotel Palatino durante la manifestazione “Islam e libertà di espressione”, tra gli ospiti illustri erano presenti l’Onorevole Borghezio della Lega nord e lo scrittore Sam Solomon.
Dopo la proiezione del documentario “FITNA”,  e di un altro sullo stesso tema presentato dall’associazione “Una Via per Oriana”, hanno preso la parola il presidente dell’Associazione, il Signor Armando Manocchia promotore dell’evento che ha poi consegnato il premio all’Onorevole Geert Wilders, dichiarando che l’On. Wilders è un vero paladino della nostra civiltà, coraggioso e degno discepolo di Oriana Fallaci.

Geert Wilders nel suo discorso, oltre che ad illustrare i pericoli che corre la nostra civiltà per via dell’incessabile invasione islamica che porterà nel giro di una decina di anni ad una situazione senza ritorno ed eventualmente all’estinzione della nostra cultura e civiltà, ha parlato del “politically correct”, della sudditanza della maggioranza dei politici europei, nessuno escluso per vigliaccheria o per tornaconto, nei confronti del pericolo Islamico, un nemico che non usa più le armi convenzionali per tentare di soggiogarci come fece in passato, ora tenta l’arma della dissimulazione e dell’invasione pacifica, ha ricordato a noi Italiani che Roma è la culla della civiltà, che in Italia al contrario del Nord Europa si respira un'altra aria, un aria di libertà mostratagli anche dai consensi di simpatia che ha ricevuto dalla gente per strada durante una passeggiata fatta in mattinata nel centro di Roma, circondato dagli uomini della scorta.
 Wilders è fiducioso che la riscossa possa e debba ripartire dal nostro paese, ci chiede di fermare prima di tutto l’arrivo di altri immigrati islamici, di essere più visibili, orgogliosi di essere Italiani e cristiani, di manifestare apertamente l’opposizione all’invasione sistematica del nostro paese e convincere i politici che abbiamo votato e CHE VOTEREMO al parlamento europeo di cambiare rotta.

Lo scrittore Sam Solomon, grande conoscitore dell’Islam in quanto ex-mussulmano ed anche lui nel mirino dei fondamentalisti islamici, conferma le parole di Wilders sul pericolo che tutti stiamo correndo e ci mette in guardia; grazie ad una specie di cavallo di t***a oggi ci troviamo pericolosamente il nemico in casa, che purtroppo la maggioranza della popolazione non si rende conto di quanto grave sia la situazione, tra il silenzio e la connivenza dei politici nessuno escluso e della stampa asservita. Anche lui chiede ad ognuno di noi, nel nostro piccolo di tenere alta la guardia e di informare molte più persone possibili sulla situazione .

Tutte cose che la redazione di Lisistrata (magazine on line) dalla quale sono stato inviato come “corrispondente” alla manifestazione della premiazione, e l’O.D.D.I.I. Osservatorio del Diritto Italiano ed Internazionale, fanno già da alcuni anni e conoscono bene le minacce e tutte le conseguenze che ne sono derivate, a causa proprio delle posizioni politiche assunte pubblicamente.

Noi sappiamo che i veri nazisti non siamo noi che difendiamo la libertà, ma i nazifascisti, che stanno cercando con ogni mezzo di imporre la loro teocrazia e di dominare attraverso una finta forma religiosa il mondo intero, proprio come tentò di fare Hitler, Mao, Stalin e molti dittatori prima di loro.

Diego Grandi
http://www.lisistrata.com/cgi-bin/02lisistrata/index.cgi?action=viewnews&id=284

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